Parco cascina Chiesa Rossa
Via Domenico Savio, 20142 Milano MI sito LombardiaBeniCulturali consultato il giorno 18/10/2022
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Contesto |
Il Complesso della Cascina Chiesa Rossa è situato nella periferia sud di Milano, lungo la via omonima, a lato del Naviglio Pavese, e rappresenta un importante esempio di architettura rurale nel sito dell'antica Chiesa di Santa Maria alla Fonte.
Il materiale documentario che testimonia la presenza della cascina nella storia, comprende notizie di carattere amministrativo, cronache storiche delle diverse epoche e riferimenti ed avvenimenti che hanno determinato nel tempo i vari assetti e usi dell’area e degli edifici del complesso della Cascina Chiesa Rossa. |
© Corpi Santi di porta Ticinese. Comune censuario (1886-1887), Archivio di Sato di Milano, Comune di Milano
Prime considerazioni |
Il primo documento d’archivio relativo ai territori attorno alla Chiesa risale al 1567, anno della visita pastorale del Cardinal Carlo Borromeo, che riferisce la presenza di un’abitazione per contadini. Se ne trova conferma nella mappa del 1609, allegata alle ordinazioni del cardinal Federico Borromeo, dove è riconoscibile la chiesa, alla quale è addossato, lungo il fianco est, un fabbricato di ampie dimensioni.
Al 1772 si può riferire la carta di Carlo VI dove compaiono la chiesa, il fondo, gli edifici rurali. La presenza di tali edifici posti in prossimità della chiesa indica la formazione di un primo nucleo dell’attuale complesso. Il complesso comprende attualmente cinque edifici: la Chiesa, la Canonica, il Portico, l'ex Stalla con spioventi aggettanti lunga 100 m., ora Biblioteca, oltre a un vasto parco pubblico che sorge su di un'area caratterizzata dalla presenza di rogge e canali artificiali in adiacenza del Naviglio Pavese. Rispetto alle caratteristiche delle cascine lombarde questo complesso potrebbe sembrare anomalo, in quanto i suoi edifici sono sparsi; tale peculiarità è dovuta al fatto che l’intera area è stata edificata in tempi successivi e su luoghi preesistenti. I caratteri costruttivi sono quelli lombardi: il mattone rosso a vista e l’orditura del tetto a capriate con copertura in coppi. |
la chiesa di Santa Maria alla Fonte e il portico sulla destra © Civico Archivio Fotografico, Comune di Milano
La canonica |
Accanto alla chiesa è presente la “canonica” che compare per la prima volta nelle mappe catastali del 1840. Anche gli altri edifici si possono datare intorno al XIX secolo.
Ci sono due teorie legate all’attribuzione di “canonica” all’edificio: si pensa che derivi dal fatto che l’ultimo ad utilizzare l’edificio sia stato un “canonico”, che era preposto per le celebrazioni religiose; viene però anche chiamato ex “monastero”, perché si suppone che in questo luogo risiedessero le monache di Fonteggio anche se altre teorie attestano che il monastero delle monache si trovasse dall’altro lato del Naviglio a qualche centinaio di metri. Il corpo di fabbrica è rettangolare ed è suddiviso in due piani. La copertura è costituita da un tetto a quattro falde, realizzata in coppi in cotto e all’interno si presenta a capriate in legno a vista. Esternamente le mura sono scandite da lesene a sezione rettangolare. Nel 1798 il monastero viene soppresso e con il passaggio della cascina a proprietà privata nel 1800, vengono costruiti nuovi edifici per le nuove necessità lavorative. Viene costruito un portico a est della canonica, in mattoni rossi, suddiviso in due parti da una fila centrale di pilastri, che, insieme alla stalla, costruiva l’aia della cascina, destinata alle attività agricole. Doveva essere utilizzato per il ricovero dei carri e degli attrezzi, mentre l’alloggio del custode fu costruito in tempo successivo. Anch’esso sostenuto da capriate con copertura in tegole a due falde asimmetriche. |
la canonica © Civico Archivio Fotografico, Comune di Milano
L'ex stalla |
La “stalla grande”, a sud del complesso, si può far risalire alla seconda metà dell’Ottocento. Pur rispettando i canoni dell’edilizia rurale padana, essa assume una forma inusuale, in quanto il passaggio della roggia non ha consentito una costruzione simmetrica.
Il “rudere” doveva servire in parte come abitazione e in parte per la lavorazione del latte e la produzione di prodotti caseari. Dal caseificio i prodotti potevano raggiungere con facilità Milano e Pavia attraverso il Naviglio. |
interno ex stalla © Civico Archivio Fotografico, Comune di Milano
Conclusioni |
Nel 1960 il Comune di Milano acquistò il complesso da privati e nel 1966 avviò importanti lavori di restauro. Purtroppo gli interventi di restauro non vennero terminati e questo causò innumerabili danni e l’incessante degrado del complesso. Solo tra il 2000 e il 2003 fu attuato un intervento conservativo della chiesa e della canonica.
L’ex stalla, ristrutturata e convertita in Biblioteca Comunale, venne inaugurata nel marzo del 2004 e aperta al pubblico. |
Bibliografia e sitografia |
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